Bureau69 Architects | Max Strano architetto

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Abitare, Costruire, Luogo, Spazio

Una conversazione su Heidegger ed il significato di costruire

Noi architetti progettiamo e costruiamo edifici pensati per essere abitati. Cercando il significato della parola “abitare” qualche giorno fa, mi è capitato di leggere un’analisi approfondita di un saggio di Heidegger (Costruire, abitare, pensare) pubblicata da Giuliano Antonello sul suo blog. L’ho trovato molto interessante e attuale ed essendo un architetto che si occupa da anni di luoghi di vita, ho sentito il bisogno di condividerne i punti salienti.

L’uomo è l’unico ad abitare il mondo. Per dirla con Heidegger, il principio di vita appartiene solo all’uomo. In tedesco antico, i significati di costruire, vivere ed essere hanno la stessa radice. Bauen (costruire), Buan (vivere, stare) e Bin (sono). Costruire è già vivere e vivere è il modo di essere dell’uomo nel mondo. (Pensiamo anche al significato di Bauhaus come “casa di costruzione”).

Esiste quindi un rapporto fondamentale tra costruire e abitare, un rapporto profondo e inscindibile: l’abitare non è una funzione, ma lo stato di identificazione dell’essere uomo sulla terra. Riferendosi sempre all’antico tedesco, Heidegger associa il vivere al concetto di appagamento e di pace. Wohnen (abitare) deriva dal termine sassone “wuon” e dal termine gotico “wunian” che significa “rimanere”, quindi sono termini legati a un principio di contentezza, pace, benessere.

È l’uomo che abita la terra come il divino abita il cielo. Dalla composizione degli abitanti con i luoghi nasce quella che egli chiama la Quadratura. E ancora, abitare significa prendersi cura dei luoghi e dei suoi abitanti: un concetto per esprimere che si vive quando si ha un rapporto essenziale e rispettoso, non strumentale e di consumo/uso. Il concetto moderno di sostenibilità è legato al principio etico del vivere nel mondo. Pertanto, se vivere è prendersi cura della cosa, la cosa non può essere un oggetto in sé, e quindi vivere è, in questo senso, un edificio.

Trovo molto interessante questa analisi, che si collega in qualche modo al pensiero consumistico dominante e alla sostituzione di una “cosa” con un’altra più recente. Il mercato immobiliare dinamico in città come Londra, dove la casa è transitoria, soggetta a un approccio speculativo per ottenere una monetizzazione legata a un capitale proprio. La casa nel mercato attuale è fondamentalmente un insieme di mattoni.

La visione di Heidegger è invece moderna. Sostiene inoltre che costruire e abitare determinano un luogo. Un edificio è un luogo oltre che una posizione ed è anche il vuoto lasciato per costruire un edificio, che gli dà spazio. Ancora una volta Heidegger si rifà all’antico tedesco indicando che Raum (spazio) indicava un luogo fatto per l’insediamento. Il luogo e lo spazio sono concetti legati tra loro e danno modo alla “cosa” ospitata di definirsi. Il luogo quindi, nel senso di edificio, è un edificio in cui il luogo e lo spazio si riferiscono all’abitazione umana.

L’analisi finale tra luogo e spazio e tra uomo e spazio è toccante. Un esempio molto chiaro è quello di un ponte che collega due parti del fiume: definisce uno spazio che altrimenti non potrebbe esistere e non potrebbe essere percepito. Quindi è il luogo che dà spazio. L’uomo e lo spazio “si uniscono sempre”. L’uomo che si prende cura delle cose è sempre vicino alle cose, anche se non sempre con mezzi fisici. Si prende cura delle cose, le porta con sé nella sua mente, anche quando è lontano. Il caso del ponte è simbolico in quanto coloro che se ne prendono cura vivono attraverso di esso ancor più di coloro che lo utilizzano, ai quali il ponte si nasconde nel suo uso quotidiano. Pensiamo al concetto di approssimazione alla cosa non direttamente legato a una distanza fisica. Sembra infatti un concetto molto attuale nel periodo della distanza sociale.

E infine.
Costruire è da intendersi come un atto di produzione universale ed essenziale, non finalizzato alla cosa da usare (oggetto), ma a una significazione verbale. Dobbiamo riscoprire la capacità di vivere. Si tratta certamente di un concetto moderno e in linea con i cambiamenti attuali: Heidegger non conosceva il Covid, ma conosceva le parole e il significato.

Per riassumere con una conclusione del tutto personale: in una fase storica di overdose, eccesso, ossessione, ridondanza di informazioni, è necessario recuperare un uso adeguato delle parole per ritrovare la vera essenza dell’essere uomo, abitante.

Max Strano / Bureau69 Architects

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